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mercoledì 11 giugno 2008

Sanità: parliamo di cellule staminali

non so come mai, attraverso alcuni link mi sono ritrovato su un sito dove parlavano di cellule staminali... bhe.. ho pensato di riportare la pagina ;-)

a presto e buona lettura

Il potenziale curativo delle cellule staminali
Non importa quando grande possa divenire un essere umano: tutto ha avuto inizio da un ovulo e una cellula spermatica. Questo significa che esistono cellule che possiedono il potenziale per formare un intero organismo. Queste prime cellule, derivanti dall'ovulo fecondato, vengono chiamate totipotenti ("capaci di tutto"). Dopo pochi giorni, nel grembo materno si forma la cosiddetta vescicola germinativa, la blastocisti; le cellule ivi contenute sono chiamate cellule staminali embrionali. Sono ancora molto poco specializzate e hanno la capacità di dividersi con frequenza infinita e di dare origine a tutti i circa 220 tipi di cellule umane; tuttavia, dalle singole cellule non può più essere originato un intero organismo: hanno perso la loro totipotenza e vengono denominate pluripotenti ("capaci di molto"). Al termine dello sviluppo dell'organismo umano queste cellule, originariamente totipotenti, si sono trasformate in cellule mature e differenziate e hanno assunto una speciale funzione all'interno del nostro corpo. Le cellule nervose, ad esempio, comandano degli impulsi elettrici, le cellule dei muscoli si contraggono e le cellule ß del pancreas producono insulina.

Ma anche in età adulta la pelle si rinnova, le ferite guariscono e i capelli crescono. Fino alla fine della nostra vita sono presenti delle cellule, relativamente non specializzate, che sono in grado di dividersi con una certa frequenza e che aiutano l'organismo a rigenerarsi e a ripararsi: queste cellule vengono denominate cellule staminali adulte. Le cellule staminali adulte sono state finora riscontrate in quasi ogni tessuto dell'organismo, per es. nella pelle, nel cervello, nel sangue, nel fegato e nel midollo osseo.

Funzione biologica delle cellule staminali adulte
Se un tessuto dell'organismo viene lesionato, le cellule staminali si dirigono verso il punto danneggiato favorendo il processo di guarigione. Ma anche i processi quotidiani dell'organismo umano sono strettamente legati alla funzione delle cellule staminali: per esempio i nostri globuli rossi sopravvivono solamente 120-130 giorni, dopo di che sono troppo vecchi, non sono più in grado di trasportare ossigeno e devono essere sostituiti. Questo compito viene svolto dal cellule staminali ematopoietiche, ossia che contribuiscono alla formazione del sangue, che sono presenti nel midollo osseo. In base a calcoli teorici, ogni minuto si formano circa 350 milioni di nuovi globuli rossi. Anche la maggior parte delle altre cellule staminali vengono periodicamente sostituite: le cellule del fegato dopo 10-15 giorni, i globuli bianchi dopo 1-3 giorni.

Teoricamente, dunque, il corpo ha sempre a disposizione il proprio sistema di riparazione. Ma perché allora le persone si ammalano irrimediabilmente? E perché l'organismo invecchia, se possiede la capacità di rigenerarsi?



Limiti del potenziale rigenerativo
Secondo una diffusa teoria, le cellule staminali adulte vengono sì "chiamate" sul luogo in cui si è verificato un danneggiamento, ossia vi vengono attirate dall'azione di determinate sostanze messaggere, tuttavia spesso non vi giungono in numero sufficiente oppure non riescono ad arrivarvi perché il vaso sanguigno è intasato. La ferita guarisce allora solo lentamente oppure non guarisce affatto, se la causa della malattia non viene rimossa. E' inoltre possibile che alcune malattie abbiamo un decorso nascosto e che l'organismo non riesca a riconoscere la necessità di intervenire per fermarle.

Un ulteriore problema: anche le cellule staminali adulte invecchiano. Esse hanno pur sempre un potenziale di rigenerazione molto più alto rispetto alle cellule differenziate, ma a quanto pare questo potenziale si consuma dopo al massimo 130 anni: la donna più vecchia del mondo è vissuta in Francia e ha raggiunto l'età di 122 anni.

Non è possibile interrompere il processo di invecchiamento. Grazie alla medicina moderna esiste tuttavia la possibilità di prelevare cellule staminali dal corpo, di ripulirle, di concentrarle e infine di applicarle direttamente sul luogo della lesione. In questo modo è possibile conseguire in molti casi un rafforzamento del processo di guarigione fisiologico.

Cellule staminali dal sangue del cordone ombelicale
Attualmente molti genitori fanno congelare le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale dei nuovi nati, per offrire ai loro figli la possibilità di poter ricorrere, in caso di grave malattia, alle proprie cellule staminali adulte. Questo è sensato perché queste cellule a quanto pare sono meno differenziate di quelle presenti nel sangue degli organismi adulti e possiedono un maggior potenziale di trasformazione in diversi tipi di cellule. A ciò si aggiunga che queste cellule staminali hanno un minore effetto immunologico e quindi sono eventualmente adatte anche per essere utilizzate su altre persone. Tuttavia, vi sono delle limitazioni da tenere presente: si verificano sempre dei problemi nel caso in cui le cellule staminali non vengano prelevate e conservate nel rispetto degli standard qualitativi, riconosciuti a livello internazionale, della "Good Manufacturing Practice", oppure nel caso in cui le cellule staminali non vengano isolate dal sangue del cordone ombelicale ma venga congelata tutta quanta la sacca di sangue. Mentre nel primo caso nessun ospedale potrà utilizzare le cellule immagazzinate, nel secondo le cellule, a causa della necessaria aggiunta di sostanze per la protezione dal gelo e del lungo tempo di scongelamento, saranno automaticamente soggette a danni. In entrambi i casi, le cellule staminali conservate perdono quasi del tutto il loro valore.

Nel prelevamento di cellule staminali dal sangue del cordone ombelicale devono essere tenuti in considerazione anche altri aspetti. Per esempio, la predisposizione a una malattia come l'Alzheimer o il Parkinson, la leucemia o un altro tipo di cancro potrebbe essere presente nelle proprie cellule staminali e in questo modo potrebbe venire nuovamente trasmessa. Inoltre, nel sangue del cordone ombelicale rimane solamente un numero limitato di cellule staminali; dal momento che però, ai fini di una terapia, è necessario un certo quantitativo minimo di cellule, la ricerca lavora oggi alla possibilità di aumentare le cellule staminali adulte al di fuori dell'organismo; a questa ricerca si decida anche l'XCell-Center. Se questa ricerca andrà a buon fine è lecito supporre che la coltivazione di depositi di cellule staminali diverrà pratica comune. Che l'opportunità unica di ricavare cellule staminali dal sangue del cordone ombelicale sia in definitiva tuttora sensata viene comprovato da un dato pubblicato sulla rivista scientifica "The Lancet", in base al quale dal 1989 sono stati effettuati in tutto il mondo già oltre 7.000 trapianti di cellule staminali isolate dal sangue del cordone ombelicale.

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