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mercoledì 30 gennaio 2008

politica...

NAPOLITANO AFFIDA INCARICO A MARINI: IMPEGNO GRAVOSO
"Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al presidente del Senato Franco Marini l'incarico di verificare la possibilità di consenso su una riforma della legge elettorale e di sostegno a un governo funzionale all'approvazione di tale riforma e all'assunzione delle decisioni più urgenti".
E' la formula, letta dal segretario generale del Quirinale Donato Marra, con la quale il capo dello Stato ha affidato l'incarico al presidente del Senato Franco Marini.

INCARICO A MARINI

''So bene che si tratta di un impegno non semplice, ma gravoso; so che nelle attese dei nostri cittadini c'e' una attenzione forte alla modifica della legge elettorale'': lo dice il presidente del Senato, Franco Marini, manifestando ''viva gratitudine al presidente Napolitano per la fiducia che con la sua decisione gli ha accordato''.

"So che nelle attese dei nostri cittadini c'é una attenzione forte alla modifica della legge elettorale", ha detto Marini.

"Il mio impegno cercherà di concentrarsi per avere tempi più brevi possibile": lo ha assicurato il presidente del Senato, Franco Marini, sottolineando: "Trattandosi di un lavoro gravoso bisogna farlo seriamente". Marini ha detto infine: "Assicuro tutta la mia determinazione per questi giorni che ho di fronte".

BOSSI, OCCORRE DIRE BASTA A GIOCHI PRESTIGIO

"Meno male che Napolitano ha dato solo un mandato esplorativo...perché qui stanno comunque cercando di far passare il tempo e adesso è il momento di dire basta ai giochi di prestigio": lo ha detto all'ANSA il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, commentando l'incarico conferito a Marini.

MURO CONTRO MURO

Il leader di Fi, Silvio Berlusconi, ribadisce, con una nota, che dopo il governo Prodi non ci potrà essere un nuovo esecutivo in questa legislatura. Quindi, l'unica possibilità rimane quella delle elezioni anticipate

"Riteniamo che al governo Prodi non possa succedere un altro esecutivo. L'attuale legge elettorale, infatti, stabilizza il bipolarismo attraverso l'assegnazione di un premio di maggioranza e prescrive l'indicazione esplicita del Capo della coalizione e quindi, ferme restando- spiega il Cavaliere - le prerogative del Presidente della Repubblica, del futuro Presidente del Consiglio". "Se dunque la maggioranza che ha ricevuto il premio viene meno e il premier votato dagli elettori come leader della coalizione viene sfiduciato, non può esserci alternativa al ricorso alle urne e meno che mai la costituzione di una maggioranza priva di legittimazione elettorale.Nel nostro ordinamento - prosegue il Cavaliere -non esiste la figura del governo che nasce esclusivamente per gestire le elezioni. Il periodo di campagna elettorale, per questo, non può che essere gestito dal governo Prodi che, sebbene sfiduciato, aveva ricevuto la legittimità della sovranità popolare".

da ANSA.it

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